Che fosse grande, complessa e con un dinamismo quasi incomprensibile per noi “vecchi” europei lo sapevamo. Ma la brillante relazione fatta, nel corso del caminetto del 14 gennaio, da Armando Querin nostro socio da anni impegnato in Cina con proprie attività industriali, ha aperto una visione aggiornatissima su questo immenso paese che in modo quasi tempestoso si evolve politicamente, economicamente, socialmente urbanisticamente, la Cina non ha rivali quanto a cambiamenti e crescita, nel mondo.
Negli ultimi 50 anni , un nulla rispetto la sua trimillenaria e più storia, s’è avviata in una travolgente cavalcata di aggiornamento della società, sempre guidata da una classe politica attenta, efficiente e flessibile, società che ha risposto con la dedizione, la compattezza, il nazionalismo, l’ambizione tipica del popolo cinese. E con la voglia di guadagnare . Innanzitutto hanno puntato a migliorare il livello di vita di 1.300 Milioni di persone, catalizzando imprese, know how e capitali stranieri attratti dalla semplicità delle startup , dalla economicità del ciclo produttivi , dall’infinita disponibilità di occasioni e luoghi rapidamente infrastrutturali. Enormi zone industriali, autostrade modernissime, treni a 400 km/h, quartieri abitativi per milioni di appartamenti. Con queste realtà, realizzate in tempi per noi incredibilmente brevi, l’economia cinese ha spiccato un volo mai visto. Nel 2008 il surplus commerciale della Cina era di 1.000 miliardi di $, il 10% dell’intero PIL. Le mosse fatte furono a livello mondiale: la politica d’acquisto di fonti di materie prima in giro peri il pianeta ha stupito le grandi potenze. E questo avveniva nell’ultimo decennio del XIX secolo: subito dopo la Cina si trovò nella felice (allora) situazione di competere con un mondo occidentale in crisi. Bolla immobiliare e crisi finanziarie occidentali aumentarono ancora il divario tanto che poi alla caduta dei consumi nel mondo e delle esportazioni il governo cinese seppe prontamente rimediare con la politica de “Mercato del Mondo”. Cioè premere con mille agevolazioni a favore del mercato interno. Il credito interno arrivò nel 2014 al 220% del PIL : 25.000 Miliardi di $! Una cifra impensabile quasi, cui dà concretezza, ad esempio, il dato del cemento utilizzato nel biennio 2012-2013: 6,6 Gigaton cioè …………….il doppio degli USA nell’intero secolo scorso. Ma la velocità dei cambiamenti è regola anche per i cinesi, in una direzione come nell’altra. Oggi ci sono 3,5 milioni di case invendute. C’è una sovraproduzione dell’acciaio con un crollo mondiale del prezzo vicino al 50%. C’è una corsa al mercato azionario del piccolo risparmiatore che esalta ed abbatte la Borsa di Shangai in un lampo , preoccupando i mercati mondiali. Dal Mercato del Mondo il governo cinese è passato rapidamente allo slogan “ Made in China 2025” cioè pianificando (sempre paese socialista è) priorità e modalità operative per un massimo sviluppo della potenza manifatturiera. Che dovrà essere la prima al mondo. Ma se di potenza si parla non si può dimenticare la geopolitica e il ruolo militare del Paese. La Cina (anche storicamente) non è amata dal confinanti : Russia ed India lato terra e Vietnam, Taiwan, paesi delle Filippine, Korea del Sud e Giappone lato mare contrastano l’espansionismo cinese . In particolare sullo strategico (economicamente) Mar Cinese Meridionale dove gli USA hanno sempre importanti interessi e quindi presenze militari. Le dispute marittime intorno a questo mare tengono calda e caldissima alle volte la tensione tra i paesi , con bizzarre soluzioni strategiche come quelle di conquistare zone di acque territoriali creando isole artificiali al largo del Borneo e delle Filippine.
Pur con esercito ed aviazione di tutto rispetto (3.000 aviogetti da combattimento) è sulla Marina che le forze armate cinesi (tuttora “Esercito Popolare di Liberazione”) puntano. Con un programma di respiro ( 4 portaerei nucleari) tale da impensierire proprio gli USA. Che spostano le proprie flotte in quello scacchiere. Per ora tutti mostrano i muscoli ma l’ipotesi di un compromesso (complicato ) fra le grandi potenze è più forte di quello di uno scontro armato. Ma questa carrellata così interessante e documentata di Armando ha avuto un parallelo ancor più originale con il racconto in prima persona dei risvolti della vita quotidiana cinese visti e vissuti da un occidentale (curioso ed attento). Il famoso Capodanno cinese ,che vede rientrare in famiglia centinaia di milioni di lavoratori cinesi per i 15 giorni di festeggiamenti (ognuno codificato per un aspetto della tradizione) , è stato occasione per parlare degli spostamenti rapidamente passati dal cammino a piedi agli sciami di biciclette, poi elettriche fino all’impressionante mercato delle automobili d’oggi (quanto al “viaggio” bella la metafora del cinese che, per la quantità del bagaglio e la contenuta statura fisica , in realtà è lui “appresso” al suo bagaglio e non il contrario). La festa di Primavera occasione per raccontare della scrittura (oggi semplificata a qualche migliaia di segni ed integrata con la lettura fonetica espressa in lettere occidentali) e del calendario con i 12 segni (animali) che danno ciclicamente il nome all’anno entrante. I “botti” per le feste famosi quanto il colore rosso dominate ( ed entrambi di derivazione mitologica : rumore e color rosso tengono lontani gli spiriti cattivi). La “busta rossa” per l’obbligatorio scambio di danaro, per tutte le occasioni come matrimoni e funerali (ed attenzione alle regole sulle monete pari e dispari per ogni occasione e sul numero 4 e multipli, segno di malaugurio ) . Al taxi “a pedali” tuttora diffuso, massima espressione , nella sua guida, della totale mancanza di regole nel traffico cittadino, che grazie alla prontezza dei riflessi dei cinesi è meno pericoloso di quanto appare. Approfondita l’analisi del nucleo sociale di base : la famiglia . La nuova strategia di sviluppo del mercato interno è chiaramente leggibile come il benestare formale verso il consumismo di marca prettamente occidentale. La sterzata, ( meglio l’inversione di marcia ), è stata immediata e davvero epocale, di molto facilitata dalla mentalità affaristico – capitalistica del cinese medio, favorita da una ben precisa necessità attuativa : dare soldi alle masse perché possano applicare il verbo proclamato e diventare consumatori concreti , con in più una precisa indicazione della crescita salariale annua attesa per i dipendenti pubblici e privati che deve conformarsi al 10-15% !Questa strategia potrebbe far prevedere la veloce perdita di competitività del Paese, a meno che il sistema produttivo, nel suo complesso, non sia in grado di recuperare efficienza e di creare vera innovazione, senza doverla mutuare dall’esterno. La Cina ha in realtà gli indirizzi e la flessibilità politica, i mezzi finanziari e le competenze per attuare questa ulteriore rivoluzione, con il vantaggio di avere a disposizione un mercato potenziale interno di 1 miliardo e 400 milioni di persone. la Cina è un Paese dove le relazioni personali sono essenziali per qualsiasi scopo ci si prefigga, molto di più di qualsiasi altro Paese al mondo; il costruire ed il mantenere queste relazioni richiede ovviamente frequentazioni assidue e tempo non limitato. Quindi la famiglia è il primo soggetto da osservare : la trasformazione da economia prettamente agricola a quella industriale informatizzata è avvenuta in Cina nell’arco straordinariamente breve di una decina d’ anni, con un impatto sociale stravolgente che ha investito innanzitutto la famiglia, tradizionale e fortissimo centro di gravità della vita di ogni Cinese che si rispetti. Nucleo a guida patriarcale ufficialmente ( ma nei fatti comanda come al solito la matriarca ), di forte coesione e mutuo sostegno, dove il rispetto per i genitori è assoluto, fino al limite del sacrificare carriera, benessere e tranquillità personale se il genitore ha un bisogno non risolvibile in altro modo, nella famiglia cinese moderna, la coppia “prototipo” è fatta di due giovani laureati che hanno trovato entrambe lavoro in una delle Province a forte sviluppo, il più delle volte a qualche migliaio di chilometri dal luogo di origine. Ha un appartamento di circa 120 m2 medi, in proprietà ( per ora per 70 anni) , con relativo mutuo, dove vive con un figlio o al massimo due ed almeno una delle coppie di nonni, spesso entrambe. Menage questo per noi assolutamente impensabile. La generazione dei nonni è quasi sempre priva di pensione significativa, vive in casa con la coppia giovane ed ha come attività principale quella di gestire la casa dei figli, ma soprattutto quella di crescere il/i nipoti. Le recentissime indagini fatte tra le giovani coppie dopo i cambi normativi sul secondo figlio, mostrano che solo il 15% delle stesse opterà per questa possibilità, con la unanime motivazione degli alti costi che si incontrano anche in Cina per allevare un figlio. In Cina il futuro di una persona si decide in modo drammatico già al termine delle scuole medie inferiori : in una scuola molto selettiva, chi non ha un profitto di eccellenza non potrà frequentare le medie superiori ( che si pagano ! ), né tantomeno l’università, e per chi non studia la retribuzione e la vita sono e saranno nei due casi completamente e drammaticamente differenti. La scuola è sempre a tempo pieno, parecchio mnemonica, molto regolata. La stessa disciplina dello scrivere è un fortissimo orientamento alla precisione ed all’applicazione : l’ideogramma, nella sua grafia e fonetica, implica sforzi mnemonici di tipo visivo, precisione manuale, difficoltà di tipo fonetico. L’università sforna oltre 7.5 milioni di laureati l’anno, molto seri ed impegnati. Molti laureati in ingegneria dei materiali (il settore industriale di Armando) , in aggiunta ai 5 anni del corso specialistico, hanno frequentato per 3 anni aggiuntivi, per un totale di 8 anni di università, un master inerente lo stesso campo di studi. A livello formativo le autorità Cinesi si stanno accorgendo che gli manca, a partire dal sistema scolastico, quella parte di “professionali non laureati” che costituiscono una struttura operativa essenziale per le aziende ( che i tedeschi continuano a preparare e che noi abbiamo scolasticamente azzerato ). Il relatore ha anche spaziato su altri temi simbolo di una società : il risparmio (niente vacanze e diversivi nel week end che non sia il ristorante – economicissimo- portano ad un risparmio marcato) ; la sanità (Il paziente decide con quale modalità intende essere curato., se tradizionale od occidentale. Non esiste il medico di famiglia ma solo l’ospedale, ne consegue che il cinese si reca molto spesso nelle strutture ospedaliere, ma non tanto quanto noi andiamo dal medico di famiglia , e le stesse risultano quindi costantemente sotto pressione. Ma il cinese è paziente ed aspetta) ; la TV ( utilizzata soprattutto dagli anziani e pochissimo dagli adulti sempre al lavoro, fa ovviamente parte del sistema educativo utilizzato dalle autorità per orientare i comportamenti, favorire il consenso, fare opinione, rappresentandone senza dubbio il mezzo più usato e più potente. Il braccio operativo è rappresentato dai telegiornali, dai commentatori di notizie e dai commentatori “moralistici” che tirano conclusioni al termine di programmi di qualsiasi tipo. Curiosità – ma non tanto- c’è il canale nazionale delle forze armate) ; la velocità di realizzazione (autostrade, ferrovie, quartieri abitativi , zone industriali etc, sorgono in tempi di ben meno della metà che da noi) ; il lavoro (Le bandiere ai pennoni delle aziende installate nella zona industriale tra Suzhou e Singapore danno una chiara idea di chi ha capito per tempo cosa sarebbe in breve diventata la Cina : USA 35%, Giappone 10%, Germania 30%, Taiwan 10%, altre 14.5%, Italia 1 per mille e con gravissimo ritardo. Ma nelle fabbriche, stabilimenti, uffici i cinesi pensano solo ad una cosa: “far soldi”: questo perché sinora ne ha posseduti ben pochi ed in aggiunta, non c’era poi molto da comprare, ( in senso ampio del termine, beni materiali ma anche altro ! ). Con l’odierna enorme disponibilità di beni, servizi, opportunità, si sta rendendo conto di quali siano i vantaggi che i soldi possono dare in termini di livello di vita personale e della famiglia). Infine la religione/filosofia : confuciana di struttura (che vede l’individuo come parte di una comunità e di un insieme di relazioni familiari, gerarchiche e amicali) la morale cinese e l’etica relativa si basa sul Guanxi (gūanxi) che indica, un sistema di relazioni molto profonde, una trama di rapporti sociali ed economici, in un network interpersonale che si forma sin dalla scuola, (i genitori infatti scelgono una scuola dove il figlio potrà inserirsi in un gruppo sociale su cui fondare i propri punti d’appoggio in età adulta). E che rimane legato allo renqing (l’obbligo morale di mantenere la relazione interpersonale) in un bipolarismo tra fiducia ed autorità da non perdere mai. Figlio di tutto ciò è il galateo, complicato e ferreo . E’ tutto codificato: per i rapporti interpersonali, a tavola, nelle trattative d’affari, nell’approccio alla conversazione e relativa mimica, nei tempi di scansione della vita, nel fare un regalo ( con triplice rifiuto del destinatario prima di accettarlo, senza poi aprirlo davanti a voi. E ricordandosi delle regole , se sono più oggetti, dei numeri buoni e cattivi). Un quadro completissimo. Una Cina dalla forte personalità individuale e complessiva, dinamica e giovane, ancorata alle tradizioni antiche ma ormai esperta nel costruire il modernismo. Questo e di più Armando ha saputo trasmettere su un paese che viene da lontanissimo e cammina nel futuro con velocità per noi impensabili. Insomma quel paese di cui Napoleone Bonaparte disse “ Quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà. “ E ormai pare ben desta.
Piero Taccheo