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Prima Guerra Mondiale – la terza linea di difesa italiana

KolovratAttualissimo Interclub quello con il Rotary Club Cividale del Friuli di domenica 5 ottobre con Gita sul Monte Kolovrat. Come cent’anni fa la cresta rocciosa (oggi ben più ricca di vegetazione) di questa località alle spalle di Cividale segna un confine, tra le Valli del Natisone e quella dell’Isonzo . Oggi con la Slovenia. Ieri tra i due belligeranti della prima grande guerra , Italia e Austria-Ungheria. Con il prezioso aiuto del socio di quel Club prof. Adolfo Londero e guidati dal Presidente del Club di Cividale del Friuli Paolo Bianchi ci siamo recati quindi a renderci conto della situazione tattica dei due eserciti alla vigilia proprio del famoso (ed unico) sfondamento delle linee italiane da parte degli eserciti dell’Intesa, austro-tedeschi. Eravamo infatti sul famoso fronte della rotta italiana di Caporetto (Kobarin, Cjaurê , Karfreit tanto per dire quanti popoli s’incontrano qui) dove nello sfinimento dei due eserciti tra il 24 ed il 26 ottobre 1917 prevalse la assoluta novità tedesca (con il giovane tenente Erwin Rommel destinato a grandi destini di comando) dello sfondamento senza arresto e quindi in profondità per ribaltare i tanti apprestamenti difensivi italiani volti sempre e solo avanti nello scontro frontale di trincea ed all’offensiva di linea. Dall’alto del monte accanto a questi lunghi filari di buchi da talpa a 1200 metri che erano le trincee, le gallerie scavate nella roccia, i camminamenti ed i resti di fortificazioni militari in cemento, dove per anni vissero i fanti dei due eserciti, pareva di veder sfilare , nascoste dalla complessa orografia della alta valle dell’Isonzo (Lusinç , Soča, Lisonz, Sontig), le truppe d’attacco, sentire le pesanti artiglierie fare terrorismo e strage (più per le schegge di pietra che per i colpi diretti) di migliaia di soldati, sentire il sibilo silente e mortale dei gas asfissianti, percepire la confusione delle manovre aggiranti tedesche e di ritirata degli italiani. Era area di competenza della 2ª Armata dell’Esercito Italiano che vi aveva realizzato un vasto ed articolato sistema difensivo ( sul Kolovrat c’era tre linee di trincee parallele) in quanto questi rilievi costituivano l’estrema linea di difesa per impedire la penetrazione del nemico nella pianura friulana. Abbiamo rivissuto un angolino di quella battaglia che portò ad una linea del fronte nuovo (il Piave) che trasformò la rotta in vittoria italiana: troppo arretrata per gli austriaci per garantire i rifornimenti , ben vicina alle forti e ben fornite retrovie per gli italiani. Dopo la battaglia persa venne la vittoria della Guerra, di Vittorio Veneto. Più per cedimento psicofisico dell’avversario che per merito strategico. Nello struggente panorama che la magnifica giornata ci ha riservato e nella bella natura di colli, valli e monti che incorniciava il luogo dove eravamo non era facile realizzare che quel nastro argenteo di fondo valle era stato luogo delle dodici battaglie dell’Isonzo, dove oltre 300.000 soldati italiani e austroungarici trovarono la morte, tra il 1915 ed il 1917. Anche a loro ricordo v’è nei pressi del passo Solarie un cippo a ricordo di Riccardo di Giusto, primo caduto italiano nel conflitto. Chiusura conviviale di una giornata rievocativa interessante e significativa , con arguta piroetta finale del nostro Presidente che ha trasformato nei saluti finali la mancanza del gagliardetto del Club da scambiare in un…buono per gli amici cividalesi, esigibile al più presto.