Giovedì 29 settembre, il sempre attivissimo socio Piero Taccheo, ha trattato, in una bellissima conferenza, il tema della comunicazione attraverso disegni satirici, nel corso della Prima Guerra mondiale.
Negli anni 1914-18 i “media” per la popolazione ed i belligeranti erano concentrati in pochi mezzi. I giornali quotidiani e settimanali. I manifesti. Le tavole a stampa (per pochi ricchi). Le prime pubblicazioni (spesso segrete) a ciclostile dei famosi giornali di trincea. Le cartoline. Gli argomenti furono la propaganda patriottica , le notizie ufficiali, la (contenuta) critica dell’opposizione, la satira del e sul nemico ai fini di sminuire la tragicità della situazione in casa propria , gli inviti alla popolazione (finanzia la guerra!).
Benché nella prima Guerra mondiale si sia fotografato molto, moltissimo e su tutti i fronti, le immagini che riuscivano a circolare erano quasi nulla. Troppo costosa e difficile la stampa sui quotidiani o riviste: le tavole di Beltrame sulla Domenica del Corriere erano più facili da stampare, più efficaci e più …… addomesticabili delle foto.
Quindi i disegnatori furono chiamati a supplire, per le testate giornalistiche, per i periodici che nascevano come funghi, per il governo ai fini propagandistici, per esprimere a futura memoria con le opere degli artisti gli orrori della guerra.
Grande successo ebbero le carte figurate, ossia le mappe iconografiche in cui la carta è integrata da immagini decorative di popoli e luoghi riferiti ai propri territori. La satira fino agli estremi della denuncia non solo politica ma anche morale fu dunque lo strumento di “comunicazione” principe in quegli anni. In tutti i paesi belligeranti. Con stili e toni diversi ma con trasversale uniformità di temi. Le “vignette” più dei contenuti degli articoli o dei testi erano probabilmente più difficilmente censurabili perché di solito accattivanti e spesso molto sofisticate, forse al di là della intuizione dei censori. Tutti i cinque anni sono documentati , molto di più di quanto si creda : per le vicende di tutti i fronti. Significativo quello russo dove dopo la rivoluzione e l’armistizio del 1917 le immagini divennero quelle esaltate ed esaltanti della rivoluzione bolscevica che non lasciava certo spazio alla satira. Per l’Italia il momento d’oro fu l’anno 1914 : la titubanza tra neutralità ed interventismo fu oggetto di moltissime denuncie pubbliche soprattutto all’estero. Le immagini della bella donna vestita tricolore strattonata dalla triplice alleanza da una parte e dalla intesa dall’altra fece il giro d’Europa. Le carte figurate nascono in Olanda nel XVII secolo, ossia le mappe iconografiche in cui la carta è integrata da immagini decorative di popoli e luoghi riferiti ai propri territori. Lo scopo era quello di dare la possibilità allo spettatore di visualizzare l’essenza fondamentale di ogni paese. Proprio in questa veste prende forma nella cartografica l’antropomorfizzazione, come nella mappa dell’Europa a forma di regina.
Nel corso dei secoli sono diversi gli esempi di questa rappresentazione allegorica nella cartografia ma è solo nel XIX secolo che nasce un nuovo genere satirico europeo – la vignetta politica – che riflette l’epocale cambiamento politico e culturale che ha avuto luogo in Europa tra il 1845 e il 1945. Le nuove disponibilità economiche, l’umorismo e la facile diffusione del nuovo modello di mappa rendono sempre più popolare e accessibile questo stile rappresentativo. L’era della pace in Europa tra 1871 e il 1914 cristallizza la forma e il design di questo nuovo genere e trova espressioni innovative nella ormai famosa opera di artisti come l’inglese Fred Rose. Nella caricatura dei vari stati europei queste immagini simboliche riflettono gli stereotipi nazionali, come il soldato prussiano e il Grande Orso russo. Allo stesso modo appaiono i simboli nazionali mitici e storici: l’eroina rivoluzionaria francese, Marianne e il britannico solido e affidabile, John Bull. Sempre più politicizzata, la mappa ‘serio-comica’ è utilizzata dalla propaganda politica all’alba della Prima guerra mondiale; nuovo mezzo di comunicazione, come ad esempio l’immagine commovente di un film, la cartografia satirica divenne nuovo strumento di manipolazione di massa e propaganda popolare visiva. I simboli più duraturi e ricorrenti che appaiono sulla mappa satirico europea non sono radicati nell’arte antica e nei vecchi miti nazionali, ma sono due icone di risonanza nella politica: il polpo mostruoso che tutto impiglia e il ragno gigante che tesse la sua tela attraverso la cartografia d’Europa. Nei 4 anni della prima grande guerra il disegno satirico-caricaturale si evolve , inasprendosi da una lato per la durezza della vita di trincea e la morte che incombe sui fronti ( la cui rappresentazione di grandi artisti è coeva ma sarà conosciuta solo dopo al fine della guerra) e per le necessità propagandistiche. E si stempera poi con la fine della guerra e la pace con i vincitori benevolmente dissacratori dei vinti (lo “spennamento” delle aquile imperiali imperversa) . Il relatore ha affascinato l’uditorio, cogliendo l’attenzione dei soci con un tema inusuale e di evidente valore testimoniale ………………dei nostri nonni.