
Giovedì 8 novembre, presso la Chiesa Parrocchiale di Corona, si è tenuta la tradizionale messa in suffragio dei soci del Club che non sono più con noi, celebrata da Don Michele, Parroco di Mariano e Corona.
Il Presidente Alide Dovier ha ricordato ai numerosi presenti le figure di Pino Erriquez, Antonio Lotti, Bruno Candusso, Ennio Demitri, Riccardo Zupancich.
A conclusione della cerimonia i soci intervenuti si sono trasferiti nella vicina Villa de Finetti dove gli architetti Francesca Vecchi e Roberto Ferigutti, hanno svelato i segreti del recupero e restauro della casa-studio dell’artista Gino de Finetti.
Francesca Vecchi ha ripercorso la storia della villa. L’edificio, com’è oggi, risale alla metà dell’ottocento, com’è testimoniato da un dipinto datato 1842 conservato nell’archivio della famiglia Bergomas-Perisutti, ma ha origini molto più antiche.

La casa subì gravi danneggiamenti durante la prima guerra mondiale, com’è testimoniato da una relazione dettagliata di richiesta di risarcimenti di guerra.
Gino de Finetti vi abitò con la moglie dal 1934, quando, in seguito alla promulgazione delle leggi razziali, lasciò Berlino dov’era già un artista affermato, per salvare la consorte che era ebrea. Il pittore vi abitò fino al 1955, anno della sua morte.
L’architetto Ferigutti nel suo intervento ha posto l’accento soprattutto sugli aspetti tecnici del restauro rispettoso di quanto già esistente, non invasivo e, soprattutto, reversibile (molte pareti sono state realizzate in cartongesso proprio per poter essere un domani spostate senza interferire con la struttura originale).
L’opera di restauro è stata lunga e paziente, finalizzata al recupero di colori, malte, infissi e pavimenti, ma anche dei fregi e dei tamponamenti decorativi.