Titolo curioso ed intrigante quello del Caminetto del 28 febbraio, quando gli odontotecnici Stefano Ravalico, Giuliano Bonato (padre di una rotaractiana ben nota al Club) ed il dr. Paolo Rossi ci hanno parlato della sorprendente attività del COI (Coorperazione Odontoiatrica Internazionale –ONLUS).
Si tratta di una ormai vastissima rete di odontoiatri e dentisti volontari che nello spirito di “ridare un sorriso” in particolare ai bambini dei paesi più poveri o colpiti da guerre e calamità si adoperano dal 1993 per la salute orale intesa come una realtà e un diritto negato per milioni di persone.
Un bisogno che non era considerato una priorità e a cui veniva data un’inadeguata risposta in termini di risorse umane, servizi, prestazioni e programmi di cooperazione internazionale. Formato ben presto un network odontoiatrico a livello europeo, il COI partecipa alla costituzione dell’European Center for Intercultural Training in Oral Health (ECITOH) per la formazione di volontari, operatori dentari dei PVS, la ricerca e lo scambio interculturale con la collaborazione dell’Università di Torino. Insieme alla Caritas di Roma e al Centro di Collaborazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di Milano, COI dà vita al Gruppo italiano per l’accesso alle cure odontoiatriche (GIACO), per rispondere al bisogno di salute orale delle comunità svantaggiate del nostro Paese. Tanto che nel 2005, a coronamento di 12 anni di impegno da parte dei soci, degli amici e sostenitori del COI, il Ministero degli Affari Esteri ha riconosciuto COI come Organizzazione non Governativa (ONG), idonea a realizzare progetti di cooperazione internazionale e a formare e inviare volontari nei PVS.
Nasce da qui l’esperienza personale del dr. Paolo Rossi così umilmente raccontata e che ha colpito l’attento pubblico. In pochi anni ha percorso mezzo mondo a curare, insegnare, montare laboratori, visitare, guidare e formare il personale sul posto dall’Africa all’Asia ai Balcani: come se fosse la cosa più normale del mondo.
Bosnia Erzegovina, Burkina Faso, Etiopia, Libano, Kenya, Brasile, Bolivia, Albania, Palestina,India, Tanzania, Kosovo. Una girandola di immagini di bambini ed adulti ai quali veramente è stata trasformata la vita. Aggirando le diffidenze e ostilità politiche locali, conquistandosi sul campo credibilità e riconoscenza, facendo con poco tantissimo bene all’umanità ed ai bambini sopratutto. Ma quasi più sconvolgente di tutte le informazioni ricevute è stata quella dell’ incredibile situazione di disagio che troviamo qui a casa nostra per la popolazione anziana ricoverata nelle case di riposo.
Il gruppo del dr. Rossi ha fatto uno screening presso 600 ricoverati trovando che solo il 3% risultava adeguatamente assistito di recente mentre oltre 400 avevano da seri a gravi problemi d’igiene e salute dentale. Alle quali l’assistenza pubblica risponde con esasperanti (e costosi) trasporti del malato al Pronto Soccorso poi al reparto Specialistico per la diagnosi e di nuovo (più volte) allo stesso per le terapie e protesi. Una defatigante procedura che potrebbe essere potentemente ridotta con il sistema usato …in Africa . Piccoli locali attrezzati decentrati negli istituti di ricovero (lì le scuole) dove è l’equipe medica che si sposta periodicamente a prestare in sicurezza il proprio operato spesso risolutivo comunque di contributo alla qualità della vita che siano bambini od anziani.