Visita al Mu.Ca. Museo della Cantieristica di Monfalcone

Interessantissima iniziativa quella del Club il 01 febbraio che con l’organizzazione del Segretario Sergio Signore e l’aiuto del nostro ex socio Paolo Maschio ha potuto fare una visita fuori orario al nuovissimo Museo della Cantieristica (Mu.Ca.) in Monfalcone. Collocato al piano terreno del neo ristrutturato edificio detto Albergo Operai, proprio adiacente ai confini del cantiere della Fincantieri, è una testimonianza preziosa e molto ben allestita della storia fuori del comune del Cantiere ed dei sui artefici per primi, la Famiglia Cosulich che lo fondarono all’inizio del ‘900.
Avventura affascinante quella di questa famiglia, raccontata in modo molto professionale e colto dalla guida del museo, che fu testimone di un’imprenditoria coraggiosa e lungimirante che comprava paludi (a Panzano, dalla lontana Lussino) per trasformarle in bacini, scali, capannoni, moli in pochi anni. Che fidelizzava il personale con una qualità di welfare che pochi altri in Italia ed Europa seppero fare: consci che per avere i lavoratori produttivi occorreva pensare concretamente alla loro vita, spesso lontana dalle famiglie, pesantemente influenzata dal ciclo produttivo di fabbrica, sradicata dai loro territori di origine. Nel momento di massima produzione al cantiere tra operai, impiegati e dirigenti lavoravano 15.000 persone. Quando Monfalcone aveva poche migliaia di abitanti. Fu così che in pochi anni I Cosulich fecero costruire una intera piccola città: case quadrifamiliari per operai con famiglia (900), Albergo operai (700) ed Albergo Impiegati(120) per i celibi o soli lontani dalla famiglia, ville per i dirigenti (46). E mensa refettorio per tutti, grande stabilimento per il bagno e l’igiene di tutti, luoghi di aggregazione e lettura per tutti, un piccolo Teatro (gioiello decò, impreziosito da un fantastico ciclo di tele di Vito Timmel) . Una città giardino o company town autosufficiente attraversata dal Canale Valentinis, vicina al cantiere che ha offerto per tanti anni una dignità di vita ai lavoratori sconosciuta quasi dappertutto. Tutto questo patrimonio industriale ed abitativo fu raso al suolo due volte, durante la prima dai cannoni italiani e la seconda guerra dai bombardamenti inglesi. E per due volte gli imprenditori, famiglia straordinaria alla quale tutto il territorio monfalconese deve tanto, ricostruirono e ripreso a fare primati nel campo della costruzione navale . Molti i primati tecnici e produttivi sia dei Cantiere Navale Triestino, poi nel 1929 Cantieri Riuniti Dell’Adriatico, quindi nel 1966 irizzati nei Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone e Trieste del Gruppo Italcantieri fino al 1984 quando viene inglobata nella Fincantieri. Mancato nel 1949 Augusto Cosulich il management seppe sempre affrontare il mercato con innovazioni costruttive ( dal bullone alla saldatura, alla robotizzazione, al taglio lamiere al laser, alle eliche orientabili, alle grandi ed eccezionali costruzioni specialistiche come la piattaforma Micoperi e la portaereomobili Garibaldi ) e con produzioni sempre diverse: dalle navi trasporto tradizionali, alle motonavi per le traversate oceaniche, dalle navi da guerra innovative , agli aerei , alle superpetroliere , ai motoscafi fina al gran salto della monoproduzione delle grandi navi passeggeri da crociera (1989) a ricordo delle mitiche le “navi bianche” postbelliche. Leader del mercato, con continuità produttiva nonostante le crisi internazionali oggi la Fincantieri s’è espansa internazionalmente con acquisizioni e accodi tali da trasformarla in una vera Holding mondiale della cantieristica. 1.500 lavoratori diretti e 5.000 d’indotto : questa la forza lavoro oggi impegnata . Che però non ha più quel welfare così ben organizzato di 100 anni fa che aveva creato quella parte di Monfalcone che oggi, espansa, conta 28.000 abitanti con un polo industriale di rilevanza nazionale ed internazionale: ogni grande nave (anche oltre 300 m e 150.000 tn) che esce dai bacini vale 700-900 mil €. Circa 10€/kg tutto finito . Dal primo varo del “Trieste” nel 1908 alla consegna di poche settimane fa della MSC Seaside il percorso è lungo ed affascinante. Questo museo ne è la felice voce narrante.

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