Lions, Propeller, Rotary presenza e impegno “nel e per” il Territorio

Un momento del Convegno

Un momento del Convegno

Venerdì 18 gennaio, presso la sala Colonne dell’Europalace, il Rotary Club Monfalcone-Grado, assieme al Lions Club e il Propeller Club di Monfalcone, hanno organizzato un convegno sulla presenza e l’attività dei club nel e per il territorio.

Partendo dalla storia dell’associazionismo e del volontariato, per arrivare alla considerazione sulla necessità, al netto della crisi, di tornare a occuparsi degli altri nel segno del vero volontiariato: la gratuità.La serata è stata densa di riflessioni quella proposta dai tre club monfalconesi rappresentati dai rispettivi rappresentanti: Rudi Vittori per il Rotary, Gustavo Caizzi Presidente del Lions e Paolo Maschio Presidente del Propeller.

Al sociologo Alberto Gasparini è spettato il compito di inquadrare storicamente la nascita dell’associazionismo, coincisa con l’industrializzazione dei Paesi europei nella seconda metà dell’Ottocento. Un associazionismo, ha spiegato l’ex direttore dell’Isig, ispirato proprio dalla volontà di confrontarsi su determinati temi e di occuparsi volontariamente dei più bisognosi. Pagina di solidarietà oggi sbiadita. Perché? Rudi Vittori ha indicato quali sono state le tappe salienti della crescita dell’associazionismo in Italia, congelato negli anni del regime fascista, e poi riesploso fino a toccare l’apice di associazioni e di volontari degli anni Settanta e Ottanta. Vittori ha anche spiegato la differenza tra volontariato (si opera per il bene di un terzo) e associazionismo (opera per un proprio interesse).

Il giornalista Roberto Covaz, moderatore del convegno, ha portato la discussione anche sui partiti, che sono associazioni capaci, secondo lui, di dare il peggio di sé stessi anche in questo avvio di campagna elettorale.

I tre rappresentanti dei Club hanno illustrato le attività di service dei rispettivi club. Dai quali si distingue il Propeller costituito da professionsiti esperti di un determinato settore (in questo caso logistica e cantieristica) e disponibili a mettere in circolo il loro sapere. Sullo sfondo resta la difficoltà dei tre club di abbattere del tutto le restanti barriere sociali che agli occhi del popolo li identificano ancora come club di elite.

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3 risposte a Lions, Propeller, Rotary presenza e impegno “nel e per” il Territorio

  1. Piero ha detto:

    Interessante e sempre utile il Convegno per far conoscere la nostra attività e di chi ci è vicino territorialmente pure a noi stessi .
    MI ha colpito e desidero condividere la sorpersa le opposte interpretazioni di Alberto Gasparini e Rudi Vittori sul “perchè” qualcuno si inserisce nel volonatriato o comunque entra in un’associazionismo senza fini di lucro e rivolto ad interessi non settoriali o di parte ma della comunità.
    Gasparini ha dottamante ripercorso l’evolversi della posizione dell’individuo nella società moderna strutturata, organizzata in dettaglio, con tanti diversi riferimenti anche sociali, con la polverizzazione crescente della composizione familiare che fa insorgere tanti bisogni . Ha visto in tutto ciò un crescente disagnio dell’uomo che per la solitudine ed aridità derivantigli da tale nuova articolazione del mondo ricerca quel calore, amicizia, comunanza di soluzioni, motivazioni etiche e morali ( non più reperibili nella famiglia e nella comunità più limitrofa ) aderendo a forme collettive di attività sostitutiva della carenze dell’offerta di servizi alla persona singola o al “clan” nella nuova società . Ed infine trovando nel volontariato e nelle sue strutture locali una gratificante utilità per una attività spesso piccola ma preziosa per qualce bisognoso ma soprattutto un altrettanto gratificante superamento della propria solitudine , perchè opera in una cerchia ristretta mossa dalle stesse motivazioni. Insomma un volontariato un pò terapeutico.
    Rudi invece all’opposto vede nell’adesione alle organizzazioni di volontariato ed alle associazioni senza fini di lucro dedicate ai “service” per le fasce deboli della società una esaltazione dello spirito di dedizione agli altri per chi può e vuole dare una parte della propria professionalità e tempo per contribuire a migliorare (ovvero modificare !) la società moderna. Si entra in un gruppo soprattutto perchè la sua sinergia permette di “fare” di più per gli altri e perchè si ha voglia di crescere umanamante , senza scopi o con nuove amicizie consolatorie per se , ma con scopi e nuove amicizie legate all’etica del nostro fare , alla dinamico del gruppo , al proprio aggiornamento continuo in un settore vicino ai nostri interessi e vocazioni. Insomma un volontariato soprattutto (utilmente) curioso .
    Se la verità sta nel mezzo darei 30% a Gasparini e 70% a Rudi.
    Piero

  2. Fulvio ha detto:

    Finalmente mi sembra di stare un poco meglio e quindi mi risentirete e mi leggerete, forse non come una volta, ma spero con una certa continuità.
    L’argomento l’avevo già affrontato alcuni anni fa e vorrei aggiungere qualcosa di mio, dettato anche da esperienze del tutto personali.
    Penso di essere un “animale” sociale da sempre e quindi sin dalla mia adolescenza ho aderito e partecipato a varie organizzazioni ed associazioni nei campi e settori più svariati: sport, politica giovanile, hobbistica e modellismo, cultura, religione, assistenza, disabilità…….
    Ho avuto quindi modo di conoscere molte realtà diverse ed una miriade di aderenti/partecipanti/soci; come per le disabilità esistono solamente delle grandi categorie, ma ogni patologia è un caso a sé, anche per ogni individuo che appartiene ad una realtà associativa le motivazioni, gli stimoli, le contingenti determinazioni sono quasi sempre molto diverse e strettamente personali. Voler creare categorie e confini netti a mio avviso è un approccio sbagliato che spesso porta fuori strada.
    Poichè siamo rotariani vorrei partire proprio dal Rotary; il nuovo socio, secondo le buone norme non sempre rispettate, dovrebbe essere cooptato rimanendo all’oscuro di quanto si sta tramando alle sue spalle. Il presentatore dovrebbe aver ben indagato sulla sua figura, la sua moralità, la sua possibilità di condividere i nostri ideali, ma solamente a giochi fatti la sua predisposizione al “Servire” potrà venir provata e sperimentata. E sappiamo quante volte questo rimane un pio desiderio inattuato.
    Ritornando al dualismo evidenziato da Piero, nelle reali espressioni di volontariato e quindi escludendo evidentemente i Club Service come il nostro, negli anni ho visto sempre più spesso un’adesione dettata dalle motivazioni addotte da Gasparini che non da quelle idealizzate da Rudi. E dal mio punto di vista è meglio così perchè il volontariato finisce per svolgere in ugual misura due importantissime funzioni: una verso l’esterno, definiamola istituzionale, ed una verso l’interno a carattere aggregante e coinvolgente.
    Ricordiamo poi che ad ogni italiano non si può negare una “presidenza” seppur piccola per cui, pur nella fondamentale volontà di prestarsi per un servizio agli altri meno fortunati, rimane in alcuni sempre la recondita speranza di emergere e raggiungere i vertici dell’associazione di appartenenza.
    E a questo riguardo posso affermare che spesso è proprio grazie a queste figure che uniscono l’ideale del servire e lo spirito di sacrificio ad una abbastanza evidente ambizione che la gran parte delle associazioni riescono a prosperare o almeno a tirare avanti.
    Potremmo continuare parlando di associazioni di volontariato senza ombra di dubbio e che nascono, il più delle volte nell’ambito familiare, dalla necessità di assistere, aiutare, promuovere forme di disabilità, malattie rare, dipendenze. Questa può essere definita quasi una costrizione: la scelta sembra obbligata, ma comunque produce grandi frutti.
    Finisco, anche l’argomento mi appassiona e non vorrei fermarmi; devo però ribaltare in maniera decisa le percentuali espresse da Piero: 80% Gasparini e 20% Rudi.

    Fulvio

    • Piero Taccheo ha detto:

      Caro Fulvio, non posso parlare per altre associazioni che tu conosci dove probabilemnte si partecipa anche per emergere : nulla di male naturalmente. Ma nel Rotary siamo cooptati in un club-service dove ci spiegano subito che il motto è “servire al di sopra di ogni interesse personale” e che esserne dirigente è un obbligo quando capita . Ed anche tu sai quanto pesante. La strutturazione locale, distrettuale,internazionale e mondiale del nostro sodalizio può dare spazio anche ad ambizioni che spero sempre accompagnate da qualità personali ( non siamo ……..eccellenti nel nostro campo?) tanto che pur con indubbe strutture
      pletoriche sappiamo di poter contare su ritorni per i nostri service non da poco. L’amicizia rotariana fra i soci è per me un importantissimo strumento non un fine.
      Quindi confermo 30% Gasparini e 70% Rudi
      Piero

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